4 marzo 2013

Bodhrán

Intorno al Bodhrán


Appassionati d’Irlanda sicuramente vi sarà capitato, durante una visita nella terra di Smeraldo, di assistere ad una “session” di musica irlandese tradizionale: magari ne avrete viste anche più di una, con diversi strumenti e diverse formazioni. Sicuramente uno degli strumenti che avrà stimolato maggiormente la vostra curiosità è il Bodhrán, un tamburo suonato tramite l’ausilio di un bastoncino di legno con dei movimenti morbidi ma particolarmente strani per un osservatore inesperto. Se volete soddisfare le vostre curiosità su questo strumento, continuate a leggere perché adesso ci addentreremo un po’ nel fantastico mondo del Bodhrán!
Per cominciare spiegheremo in poche e brevi parole cos’è esattamente un Bodhrán. Il bodhrán é una percussione della famiglia dei tamburi a cornice e viene solitamente suonato con un bastoncino di legno a doppia estremità chiamato beater. Le dimensioni usuali del Bodhrán sono circa 45 cm di larghezza per 10 cm di profondità ma possono variare, infatti ne esistono esemplari molto piccoli o molto grandi e profondi. Sono costruiti solitamente in legno di faggio, frassino oppure compensato e hanno uno o due bracci incrociati nella parte posteriore, per essere sostenuto con la mano; alcuni hanno anche un sistema per allentare o tendere la pelle. È uno strumento che viene molto influenzato dalla temperatura e dall’umidità dell’aria, per cui è sconsigliato suonarlo all’aperto e se la pelle risulta troppo tesa o troppo lenta, il suono ne viene inficiato irrimediabilmente.
La pelle di cui è ricoperto il tamburo è solitamente vitello, capra o daino e, a causa delle differenti textures della pelle di questi animali, sicuramente il suono subirà delle variazioni e saranno possibili diversi tipi di effetti. Lo spessore della pelle di capra rende questa la più adatta alla fabbricazione di un Bodhrán e per questo motivo risulta anche la più costosa. La pelle di vitello è meno cara ma viene maggiormente inficiata dai cambiamenti di temperatura e umidità. La pelle può essere liscia o decorata con inchiostri impermeabili. 
“Come deve essere un beater” è una domanda che ha scatenato più liti tra la gente di quella sull’esistenza dei leprecauni: esso può essere di diverse forme, dimensioni e fatto di diversi tipi di legno. 
La maggior parte dei musicisti ha una selezione di diversi beater per diverse occasioni e per diversi effetti; un beater inusuale, infatti, produce un suono inusuale. Alcune persone utilizzano anche le mani per suonare il Bodhrán, utilizzando solitamente la combinazione pollice-mignolo. 

Passiamo adesso al “come si suona”. Il Bodhrán si suona da seduti e l’azione principale è compiuta dal polso per cui è fondamentale non mettere eccessiva tensione nel braccio e nel collo, inoltre si richiede una posizione del polso “dritta” e non piegata verso l’interno. Il Bodhrán va posizionato sotto l’ascella sinistra e va tenuto solidamente tra il braccio e la cassa toracica mentre il beater va impugnato con la mano destra. La posizione del beater è fondamentale e va impugnato come una matita, esattamente al centro e con la “punta” rivolta verso il petto: è importante tenere il beater parallelo alla pelle dello strumento e parallelo al pavimento.

La mano sinistra, oltre a reggere lo strumento, è usata da molti musicisti anche per ottenere dei suoni diversi sulla pelle: “aperti”, “morti o fiacchi” e “spinti”. I suoni aperti sono quelli prodotti dalla pelle che, percossa, viene lasciata libera di vibrare: posizionando la mano all’interno del Bodhrán, nella parte alta, senza mettere alcun tipo di pressione. Il suono durerà per un paio di secondi. I suoni morti sono quelli che bloccano le risonanze naturali del Bodhrán e sono prodotti posizionando la mano all’interno, nella parte centrale. Questi suoni sono molto corti e risultano “sordi”. I suoni spinti invece sono prodotti premendo la pelle del Bodhrán dall’interno con la base del palmo della mano.
Questo fantastico articolo riguardante il Bodhrán è stato scritto da Sorcha Ní Bhinn, cantante, percussionista e pipe chanter dei Matrioskando.

Alla prossima!

Slán go fóill!

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